Il Terzo segreto di Fatima
La terza parte del « segreto » fu scritta « per ordine di Sua Eccellenza il Vescovo di Leiria e della Santissima Madre... » il 3 gennaio 1944.
A qualcuno che la interrogava sul contenuto del T
erzo Segreto, Suor Lucia un giorno rispose: "E' nel Vangelo e nell'Apocalisse, leggeteli".Lucia indicò i Capitoli 8 e 13 dell'Apocalisse.
Il 10 settembre 1984, il Vescovo Cosme do Amaral, Vescovo di Leiria e Fatima, nell'Aula Magna dell'
Università della Tecnica di Vienna, dichiarò nel corso di una serie di domande e risposte:
"Il Terzo Segreto di Fatima non parla né di bombe atomiche né di testate nucleari, né di missili SS20. Il suo contenuto", ha aggiunto
"riguarda solamente la nostra Fede. Identificare il Segreto con annunci catastrofici o con un olocausto nucleare vuol dire distorcere il significato del Messaggio. La perdita della Fede di un continente è cosa peggiore dell'annientamento di una nazione;
ed è vero che, in Europa, la Fede è in continua diminuzione".
Il Cardinale Ratzinger stesso ha parlato in tal senso a Vittorio Messori, affermando che il Terzo Segreto riguarda
" i pericoli che minacciano la Fede e la vita dei Cristiani ".
Si tratta della perdita della Fede nella nostra era predetta dall'Immacolata Vergine, se le Sue richieste non fossero state sufficientemente esaudite.
LA TERZA E ULTIMA PARTE DEL "SEGRETO" RIVELATO NEL 1917, SCRITTA DA SUOR LUCIA NEL 1944 E RESA PUBBLICA NEL 2000.
(La terza parte del segreto rivelato il 13 luglio 1917 nella Cova di Iria-Fatima. 3 gennaio 1944
" J.M.J.)
" ..Scrivo in
atto di obbedienza a Voi mio Dio, che me lo comandate per mezzo di
sua Ecc.za Rev.ma il Signor Vescovo di Leiria e della Vostra e mia
Santissima Madre. Dopo le due parti che già ho esposto,
abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in
alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando
emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano
al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano
destra verso di lui: l'Angelo indicando la terra con la mano destra,
con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza!
E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di
simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano
davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il
presentimento che fosse il Santo Padre”.
Vari altri Vescovi,
Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima
alla quale c'era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di
sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una
grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante,
afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che
incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in
ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di
soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo
stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi
e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi
e posizioni.
Sotto i due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno
con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano
il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano
a Dio. "
(Tuy-3-1-1944) . .."
Al termine della solenne
Concelebrazione Eucaristica presieduta da Giovanni Paolo II a Fatima,
il Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato, ha pronunciato queste le parole :
...
La
visione di Fatima riguarda soprattutto la lotta dei sistemi atei
contro la Chiesa e i cristiani e descrive l'immane sofferenza dei
testimoni della fede dell'ultimo secolo del secondo millennio. È una
interminabile Via Crucis guidata dai Papi del ventesimo
secolo...
Il commento del Papa Benedetto XVI°
[Il testo integrale del commento di Ratzinger è nel dossier su Fatima curato dalla
Congregazione per la dottrina della fede, nel
sito del Vaticano,
con le fotocopie dei manoscritti e altri documenti, tra i quali il resoconto del colloquio del 27 aprile 2000 tra suor Lucia e l'arcivescovo Tarcisio Bertone, all'epoca segretario della congregazione]
"... L'angelo con la spada di fuoco a sinistra della
Madre di Dio ricorda analoghe immagini dell'Apocalisse. Esso rappresenta
la minaccia del giudizio, che incombe sul mondo.
La prospettiva che
il mondo potrebbe essere incenerito in un mare di fiamme, oggi non
appare assolutamente più come pura fantasia: l'uomo stesso ha
preparato con le sue invenzioni la spada di fuoco.
La visione mostra
poi la forza che si contrappone al potere della distruzione — lo
splendore della Madre di Dio, e, proveniente in un certo modo da questo,
l'appello alla penitenza.
In tal modo viene sottolineata l'importanza
della libertà dell'uomo: il futuro non è affatto determinato
in modo immutabile, e l'immagine, che i bambini videro, non è affatto
un film anticipato del futuro, del quale nulla potrebbe più essere
cambiato. Tutta quanta la visione avviene in realtà solo per
richiamare sullo scenario la libertà e per volgerla in una direzione
positiva.
Il senso della visione non è quindi quello di mostrare
un film sul futuro irrimediabilmente fissato. Il suo senso è esattamente
il contrario, quello di mobilitare le forze del cambiamento in bene. ... la parola chiave di questo « segreto » è il
triplice grido: « Penitenza, Penitenza, Penitenza! ».
Ci
ritorna alla mente l'inizio del Vangelo: « convertitevi e credete al vangelo » (Mc 1, 15). Comprendere i segni
del tempo significa comprendere l'urgenza della penitenza - della
conversione - della fede. Questa è la risposta giusta al momento
storico, che è caratterizzato da grandi pericoli, i quali verranno
delineati nelle immagini successive. Mi permetto di inserire qui un
ricordo personale; in un colloquio con me Suor Lucia mi ha detto che
le appariva sempre più chiaramente come lo scopo di tutte quante
le apparizioni sia stato quello di far crescere sempre più nella
fede, nella speranza e nella carità — tutto il resto intendeva
solo portare a questo. Esaminiamo ora un poco più da vicino
le singole immagini.
L'angelo con la spada di fuoco a sinistra della
Madre di Dio ricorda analoghe immagini dell'Apocalisse. Esso rappresenta
la minaccia del giudizio, che incombe sul mondo. La prospettiva che
il mondo potrebbe essere incenerito in un mare di fiamme, oggi non
appare assolutamente più come pura fantasia: l'uomo stesso ha
preparato con le sue invenzioni la spada di fuoco.
La visione mostra
poi la forza che si contrappone al potere della distruzione — lo
splendore della Madre di Dio, e, proveniente in un certo modo da questo,
l'appello alla penitenza. In tal modo viene sottolineata l'importanza
della libertà dell'uomo: il futuro non è affatto determinato
in modo immutabile, e l'immagine, che i bambini videro, non è affatto
un film anticipato del futuro, del quale nulla potrebbe più essere
cambiato. Tutta quanta la visione avviene in realtà solo per
richiamare sullo scenario la libertà e per volgerla in una direzione
positiva.
Il senso della visione non è quindi quello di mostrare
un film sul futuro irrimediabilmente fissato. Il suo senso è esattamente
il contrario, quello di mobilitare le forze del cambiamento in bene.
Le frasi
seguenti del testo mostrano ancora una volta molto chiaramente il carattere
simbolico della visione: Dio rimane l'incommensurabile e la luce che
supera ogni nostra visione.
Le persone umane appaiono come in uno specchio.
Dobbiamo tenere continuamente presente questa limitazione interna della
visione, i cui confini vengono qui visivamente indicati. Il futuro
si mostra solo « come in uno specchio, in maniera confusa » (cfr 1
Cor 13, 12).
Prendiamo ora in considerazione le singole immagini,
che seguono nel testo del « segreto ». Il luogo dell'azione
viene descritto con tre simboli: una ripida montagna, una grande città mezza
in rovina e finalmente una grande croce di tronchi grezzi.Montagna
e città simboleggiano il luogo della storia umana: la storia
come faticosa ascesa verso l'alto, la storia come luogo dell'umana
creatività e convivenza, ma allo stesso tempo come luogo delle
distruzioni, nelle quali l'uomo annienta l'opera del suo proprio lavoro.
La città può essere luogo di comunione e di progresso,
ma anche luogo del pericolo e della minaccia più estrema. Sulla
montagna sta la croce — meta e punto di orientamento della storia.
Nella croce la distruzione è trasformata in salvezza; si erge
come segno della miseria della storia e come promessa per essa.
Appaiono
poi qui delle persone umane: il vescovo vestito di bianco (« abbiamo
avuto il presentimento che fosse il Santo Padre »), altri vescovi,
sacerdoti, religiosi e religiose e finalmente uomini e donne di tutte
le classi e gli strati sociali. Il Papa sembra precedere gli altri,
tremando e soffrendo per tutti gli orrori, che lo circondano. Non solo
le case della città giacciono mezze in rovina — il suo
cammino passa in mezzo ai cadaveri dei morti.
La via della Chiesa viene
così descritta come una Via Crucis, come un cammino
in un tempo di violenza, di distruzioni e di persecuzioni. Si può trovare
raffigurata in questa immagine la storia di un intero secolo.
Come
i luoghi della terra sono sinteticamente raffigurati nelle due immagini
della montagna e della città e sono orientati alla croce, così anche
i tempi sono presentati in modo contratto: nella visione noi possiamo
riconoscere il secolo trascorso come secolo dei martiri, come secolo
delle sofferenze e delle persecuzioni della Chiesa, come il secolo
delle guerre mondiali e di molte guerre locali, che ne hanno riempito
tutta la seconda metà ed hanno fatto sperimentare nuove forme
di crudeltà. Nello « specchio » di questa visione
vediamo passare i testimoni della fede di decenni.
Al riguardo sembra
opportuno menzionare una frase della lettera che Suor Lucia scrisse
al Santo Padre il 12 maggio 1982: « la terza parte del “segreto” si
riferisce alle parole di Nostra Signora: “Se no (la Russia) spargerà i
suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa.
I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire,
varie nazioni saranno distrutte” ».
Nella Via
Crucis di un secolo la figura del Papa ha un ruolo speciale. Nel
suo faticoso salire sulla montagna possiamo senza dubbio trovare richiamati
insieme diversi Papi, che cominciando da Pio X fino all'attuale Papa
hanno condiviso le sofferenze di questo secolo e si sono sforzati di
procedere in mezzo ad esse sulla via che porta alla croce.
Nella visione
anche il Papa viene ucciso sulla strada dei martiri. La
conclusione del « segreto » ricorda immagini, che Lucia
può avere visto in libri di pietà ed il cui contenuto
deriva da antiche intuizioni di fede.
È una visione consolante,
che vuole rendere permeabile alla potenza risanatrice di Dio una storia
di sangue e lacrime.
Angeli raccolgono sotto i bracci della croce il
sangue dei martiri e irrigano così le anime, che si avvicinano
a Dio. Il sangue di Cristo ed il sangue dei martiri vengono qui considerati
insieme:
il sangue dei martiri scorre dalle braccia della croce. Il
loro martirio si compie in solidarietà con la passione di Cristo,
diventa una cosa sola con essa. Essi completano a favore del corpo
di Cristo, ciò che ancora manca alle sue sofferenze (cfr Col 1,
24).
La loro vita è divenuta essa stessa eucaristia, inserita
nel mistero del chicco di grano che muore e diventa fecondo. Il sangue
dei martiri è seme di cristiani, ha detto Tertulliano.
Come
dalla morte di Cristo, dal suo costato aperto, è nata la Chiesa,
così la morte dei testimoni è feconda per la vita futura
della Chiesa.
La visione della terza parte del « segreto »,
così angustiante al suo inizio, si conclude quindi con una immagine
di speranza: nessuna sofferenza è vana, e proprio una Chiesa
sofferente, una Chiesa dei martiri, diviene segno indicatore per la
ricerca di Dio da parte dell'uomo.
Nelle amorose mani di Dio non sono
accolti soltanto i sofferenti come Lazzaro, che trovò la grande
consolazione e misteriosamente rappresenta Cristo, che volle divenire
per noi il povero Lazzaro; vi è qualcosa di più: dalla
sofferenza dei testimoni deriva una forza di purificazione e di rinnovamento,
perché essa è attualizzazione della stessa sofferenza
di Cristo e trasmette nel presente la sua efficacia salvifica.
[ fonte : http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1343239 ]