Piccolo Corso Biblico

Matteo presenta le sue beatitudini sulla trama del Padre Nostro che esprime la comunione di Spirito con il Padre cioè l' accoglienza del disegno salvifico che ha rivelato in Gesù e l' accettazione del programma del suo Giubileo permanente . 5. Beati i misericordiosi

7 Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. lett. “Beati i misericordiosi, perché questi riceveranno misericordia”.
La misericordia è una caratteristica di Dio (Es 22, 26 ) il quale nella storia si fa guidare nella sua azione creatrice e  salvifica dal gemito dei bisognosi e con tenerezza ( Sal 145,9 Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature ) - dona loro la pienezza di VITA ( shalom, pace ).
I misericordiosi sono coloro che a somiglianza di Dio si fanno guidare nella loro azione storica dal gemito dei bisognosi e fanno loro " grazie su grazie" cioè Carità . Tutti coloro che hanno ricevuto lo Spirito ed hanno accolto il programma di Gesù per le beatitudini sono mossi alla Carità e insieme a Lui , con tenerezza,   costruiscono la creazione-storia come Regno di Dio, la comunione di VITA di UOMINI e DONNE con Lui e fra loro. Mt 5,48 Voi, dunque, siate perfetti [UOMINI e DONNE COMPIUTI ] come è perfetto [COMPIUTO, INTEGRO]il Padre vostro celeste. // Lc 6,36 Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
La misericordia è il criterio che i discepoli devono seguire per l' autogiudizio  quanto al COMPIMENTO // la PERFEZIONE del proprio essere "UOMO o DONNA" . Matteo 25, 32Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli e Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra , etc.

I misericordiosi , coloro che hanno accolto// VISSUTO il Vangelo della CARITA' ,  nel'autogiudizio troveranno sempre misericordia perchè Il criterio sarà la misericordia. Il sentimento religioso ebraico si esprimeva così:
Sal 41,2 Beato l'uomo che ha cura del debole: nel giorno della sventura il Signore lo libera. 3 Il Signore veglierà su di lui, lo farà vivere beato sulla terra, non lo abbandonerà in preda ai nemici.
La presenza di Gesù/Spirito nella comunità cristiana (// nei discepoli) ispira la Comunità alla miserciordia ( la Carità) e così rende possibile a tutti i misericordiosi  che vi entrano di trovarvi la misericordia di Dio , la Carità, e sperimentare la beatitudine che vi è connessa .  Luca nel suo vangelo indica ( alla sua comunità di cristiani-ebrei ) nel " buon samaritano" ( un eretico) il modello del misericordioso.

Lc 10, 30Gesù riprese: "Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: "Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno".


I samaritani erano consideratai eretici quindi esclusi dal Regno di Dio: TILC-Gv 8, 48Continuando a discutere con Gesù, quegli Ebrei gli dissero: — Non abbiamo forse ragione di dire che sei un infedele, un  Samaritano, e che sei pazzo?
non è la religione praticata che conta nell' autogiudizio di fronte al Vangelo della Carità , ma l'essere misericordioso come il Samaritano della parabola . ( anche Lc prende come esempio un samaritano : Lc 17, 11Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. 12Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza 13e dissero ad alta voce: "Gesù, maestro, abbi pietà di noi!". 14Appena li vide, Gesù disse loro: "Andate a presentarvi ai sacerdoti". ( era un precetto per chi guariva dalla lebbra. Qui essi vanno prima ancora di essere guariti e l'evangelista così indica la loro FEDE in Gesù) E mentre essi andavano, furono purificati. 15Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, 16e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.)
Cancella i nostri debiti come anche noi li cancelliamo ai nostri debitori Alberto Maggi- Le beatitudini via per la pace -Trascrizione di conferenze non verificata dall'autore. www.studibiblici.it

".. Ricordate che Matteo scrive sul modello delle opere di Mosè che, dopo aver annunziato i comandamenti, proclama una specie di credo di accettazione di questi comandamenti, che in ebraico si chiama lo “shemà Israel” (ascolta Israele). Ebbene, Matteo fa lo stesso: dopo la proclamazione delle beatitudini, presenta il Padre Nostro .

Il Padre Nostro non è una preghiera, ma è la formula, sotto forma di preghiera dell’accettazione delle beatitudini, tanto è vero che ad ogni beatitudine corrisponde una richiesta del Padre Nostro. E come nel Padre Nostro le prime richieste riguardano l’umanità, il regno e dopo le altre richieste riguardano la comunità, ugualmente si ha qui nelle beatitudini.

Quindi nella prima parte delle beatitudini abbiamo visto situazioni di sofferenza dell’umanità che è compito della comunità cristiana eliminare; ora si passa a vedere gli effetti all’interno della comunità. E la prima della seconda parte è: “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.” e letteralmente “Beati i misericordiosi, perché questi riceveranno misericordia”.

Attenzione, perché le beatitudini che esamineremo adesso non riguardano categorie differenti di persone: i misericordiosi, i puri di cuori, i costruttori di pace.

Non sono categorie diverse, sono tutti effetti che avvengono nell’individuo e nella comunità che hanno accolto la prima beatitudine:
Chi sceglie la prima beatitudine , liberamente sceglie di entrare nella condizione di povertà per permettere ai poveri di uscirne  e si rende responsabile della felicità degli altri.
Tutti coloro che fanno queste scelte sono tutti quanti misericordiosi, puri di cuore, costruttori di pace. Quelle che l’evangelista enumera, non sono qualità degli individui, ma caratteristiche che diventano riconoscibili.

Misericordioso non è chi ha un sentimento misericordioso, ma chi opera attivamente per aiutare gli altri. La misericordia non è un sentimento, ma una azione concreta con la quale si aiutano gli altri ad uscire da una situazione di difficoltà. Allora Gesù assicura: i misericordiosi sono persone sulle quali si può sempre contare; non si tratta di un gesto di carità una volta tanto, ma è il gesto abituale che li rende riconoscibili; io so che quella persona è sempre pronta sempre disponibile ad aiutare.

Allora Gesù dice: i misericordiosi, quelli sempre pronti ad aiutare, sono beati perché ogni qualvolta si troveranno loro nella situazione di difficoltà, di necessità, troveranno misericordia cioè aiuto da parte di Dio e da parte della comunità. Ecco lo scambio che si diceva all’inizio: se noi ci sentiamo responsabili della felicità degli altri, permettiamo a Dio di esserlo della nostra; è uno scambio meraviglioso. Perché per quanto noi possiamo occuparci della nostra persona, della nostra felicità, noi non ci conosciamo come ci conosce Dio.

Gesù ci assicura, e per questo dico che cambia la vita : se voi siete conosciuti abitualmente come persone sulle quali gli altri possono sempre contare perché sanno che quando ricorrono a voi, voi siete sempre pronti a dare una mano, pronti a dire di si, beati perché quando voi avrete bisogno sarà Dio stesso ad intervenire con molto di più di quanto voi avete potuto fare e dare agli altri. Gesù vuole dire: “quelle persone che sono sempre disponibili ad aiutare sono beate perché quando si troveranno nel bisogno saranno immediatamente aiutate”. Da Dio ".
6. Beati i puri di cuore
8 Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. La purezza di cuore è contrapposta alla purezza esteriore che veniva ottenuta mediante l’abluzione rituale: è questo un punto di numerose diatribe tra Gesù e i farisei.

Così pregava il pio isarelita :
Sal 51, 12 Crea in me, o Dio, un cuore puro,  rinnova in me uno spirito saldo.
E il profeta ammoniva :
Ez 18,31 Liberatevi da tutte le iniquità commesse   e  ( cioè) formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo .

Così ha promesso Dio :
Ez 11,19 Darò loro un cuore nuovo,    // uno spirito nuovo metterò dentro di loro. E e così ha fatto Gesù è questo :
Eb 9, ... il sangue di Cristo.. purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente 
1 Giovanni 1, 7  se camminiamo nella Luce, come Egli è nella Luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato.

Il cuore puro è opera di Dio ( la nuova coscienza dell'UOMO è unita alla Verità che è Gesù, non è mai doppia), non viene da una mediazione rituale, liturgica.1Tm 1,5 la Carità, ..nasce da un Cuore puro , // da una buona Coscienza e // da una Fede sincera.
Il cuore puro , ripieno dello Spirito di Dio è la Nuova Coscienza del discepolo divenuto UOMO , formata nella Verità della Carità , il Progetto di Dio ( formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo ) ; essa permette che l'esistenza sia svolta in Dio ( Non scacciarmi dalla tua presenza ) e sia beatitudine ( Rendimi la gioia della tua salvezza ) 2Cor 1,12 Questo infatti è il nostro vanto (// merito) : la testimonianza della nostra coscienza di esserci comportati nel mondo, e particolarmente verso di voi, con la santità e sincerità che vengono da Dio , non con la sapienza umana, ma con la grazia di Dio.
I puri di cuore non cercano la purità religiosa che il sentimento religioso immagina necessaria per essere ammessi alle benedizioni divine ( una purità esterna ) : essi agiscono liberamente mosi da uno Spirito generoso, saldo, forte, santo -dono di Dio- che li orienta a "DARE "  grazie su grazie perchè nel popolo " nessuno sia bisognoso".
Eb 10, 19Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario ( la Dimora di Dio) per mezzo del sangue di Gesù ( che ci dà lo Spirito e // ci rende puri nella coscienza) ... 22 accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. 23Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso. 24Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone.
Vedranno Dio Ai puri di cuore   si rende visibile //percettibile la presenza di Dio come Padre e questo è beatitudine.

L 'espressione vedere Dio è simile a " vedere il suo volto " che significa avere familiarità/intimità con Lui, come gli angeli .
Mt 18,10: “Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio”.
Questa beatitudine non corrisponde a ciò che nella spiritualità viene chiamata “visione beatifica di Dio ”, si tratta piuttosto della visione della presenza attiva di Dio nella propria esistenza in quanto essa è vissuta nella Verità cioè agita con Carità . Sal17,15 io nella giustizia [ che nella comunità cristiana è la Carità ] contemplerò il tuo volto , // al risveglio mi sazierò della tua immagine.
Ap 22,3 Nella città vi sarà il trono di Dio e dell'Agnello: i suoi servi lo adoreranno; 4 vedranno il suo volto
L' uomo impuro è Giuda . Pro 20,9 Chi può dire: «Ho la coscienza pulita, sono // puro dal mio peccato?».
Tt 1,15 Tutto è puro per chi è puro, ma per quelli che sono corrotti e // senza fede nulla è puro: sono corrotte la loro mente e la loro coscienza.

Purezza è in antitesi con" corruzione " che equivale a " senza fede" quindi "senza VITA" .

Senza la fede in Gesù, nel progetto divino e nel Programma-Giubileo , nulla nella mente //coscienza è puro perchè non viene dalla Verità ( Gesù) : se la coscienza non è pura cioè è corrotta , ogni atto sarà impurità e  // corruzione.
Sal 14,1 Lo stolto pensa: «Dio non c'è» . ( Per questo) Sono corrotti // fanno cose abominevoli: non c'è chi agisca bene .
Tutte le azioni che non sono mosse dallo Spirito  sono impure.   Mt 15, 19 ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore ( // dalla coscienza) . Questo rende impuro l'uomo. 19 Dal cuore  , infatti, provengono propositi malvagi ( l' intenzione di danneggiare la vita degli altri a favore delle proprie convenienze )

L'impuro è colui che ha mente e // coscienza corrotte  e quindi è mosso all'azione da uno spirito ( ideologia) corrotto .

Lo spirito che lo muove non è in favore della pienezza di VITA di tutti cioè il compimento di ogni uomo come UOMO  nella Verità e nella Carità: è uno spirito di menzogna che muove ad agire per le proprie convenienze .
Mt 15,20 Queste sono le cose che rendono impuro l'uomo; - omicidi, ( togliere la vita fisica , danneggiando la vita di famiglie e comunità )
- adultèri,
( togliere la pienezza della vita coniugale , rovinare famiglie )
- impurità,
( la non-castità , la non-integrità naturale della persona che rovina l'armonia/pienezza della vita secondo la legge morale naturale  )
- furti,
( togliere i beni rovina la vita economica di famiglie e comunità )
- false testimonianze,
( esse tolgono la verità di sè/dignità delle persone facendole condannare/perseguitare ingiustamente )
- calunnie ( diffamazioni)
. ( tolgono la buona fama/dignità delle persone , le uccidono nella loro vita sociale )

Giuda non ha accettato Gesù e non ha scelto la povertà per le beatitudini : ha agito per le proprie convenienze . Per questo è presentato dagli evangelisti come il tipo dell' omicida, adultero, non-casto, ladro, mentitore, manipolatore, doppio, falso testimone, traditore, calunniatore etc.

Alla fine , di fronte alla chiara coscienza di sè nella relazione con Gesù ( non ha accettato l'alleanza/ amore che Gesù gli aveva donato nella "Cena" e nella lavanda dei piedi ), si autogiudica e autocondanna a morte . La misericordia//carità infatti è il criterio per l' autogiudizio quanto al compimento del proprio essere UOMO .
 
Egli stesso esegue la sentenza : si suicida per incamminarsi verso una condizione irreversibile: "là dove è pianto e stridor di denti".
Questo è l'inferno: l'uomo impuro che nella chiara coscienza di sè si vede privo di Verità, privo di Carità,  incompiuto, fallito.
L'impuro è creazione corrotta, l'uomo incompiuto che si vede  chiaramente e irrimediabilmente indegno di vivere nel Regno di Dio .
Giunto , con la morte, al punto di non-ritorno, privo di speranza si autocondanna alla separazione definitiva dalla VITA

Dice Giovanni a sostegno della fede :

1 Gv 3,17a se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l'amore di Dio? 18Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità. 19In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore,

( con la carità vera e sincera si purifica il cuore ) 20 qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.

E Paolo raccomanda :

1,18 Questo è l'ordine che ti do, figlio mio Timòteo, ..perché .. tu combatta la buona battaglia, 19 conservando la fede e una buona coscienza. Alcuni, infatti, avendola rinnegata, hanno fatto naufragio nella fede;
1Tm 3,9 [ tutti ] .. conservino il mistero della fede in una coscienza pura.

Purezza di intenzione nell'azione ( cuore ) e purezza di azione ( mani ) Alberto Maggi- www.studibiblici.it . Dalla trascrizione di 2 conferenze non verificata dall'autore.

" L’altra beatitudine, la più male interpretata in passato è: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” e letteralmente “Beati i puri di cuore, perché questi vedranno Dio”.

Il cuore nel mondo ebraico non ha lo stesso significato che ha nella nostra cultura occidentale; il cuore non è la sede dell’affetto dell’amore, ma il cuore è l’equivalente della nostra mente, della nostra coscienza: quando nel vangelo si parla di duri di cuore, non si intendono persone crudeli, ma persone ostinate, persone resistenti.

Gesù sta parlando dei puri di cuore, quelli cioè che sono limpidi nella propria coscienza, nel proprio intimo, e afferma che questi personaggi limpidi, trasparenti vedranno Dio.

Quand’è che una persona è limpida, trasparente? Quando ha rinunciato all’ambizione di essere al di sopra degli altri, di essere diversa. Quando si è accolta la prima beatitudine, si tolgono tutte le maschere, le finzioni. Essere limpidi, trasparenti significa avere sulla lingua quello che si ha nel cuore, non ci sono finzioni, menzogne. Ebbene queste persone sono “beate perché vedranno Dio”.

Attenzione: non è una promessa per l’aldilà… Tutti nell’aldilà vedranno Dio, anche chi non è stato puro di cuore… è invece un’esperienza nel “di qua”. Non si tratta di assicurare visioni o apparizioni o altre stregonerie del genere. Nulla di tutto questo!

Sal 24, 3 Chi salirà il monte del Signore, chi starà nel suo luogo santo? 4 Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non pronunzia menzogna, chi non giura a danno del suo prossimo. 5 Otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza.

Anche qui l’evangelista - vedete come è tutto un richiamo all’AT - si riferisce al salmo 24,4 che metteva la purezza di cuore come una condizione per salire al tempio e partecipare alla liturgia.

Gesù parla di persone limpide, ma anche questo non è una qualità dell’individuo, ma un atteggiamento che lo rende riconoscibile; quando una persona ha scelto la prima beatitudine, cioè di non arricchire, ma di condividere con gli altri, di rinunciare all’ambizione dell’avere di più, dell’essere di più, finalmente diventa una persona vera, una persona autentica, cioè una persona trasparente. Allora Gesù assicura che : le persone limpide, le persone vere, le persone trasparenti, coloro che quello che hanno nel cuore l'hanno anche nella lingua e nelle mani , le persone che non sono doppie, le persone che non si presentano con la maschera, beate loro perché vedranno Dio presente nella loro vita.

Ma attenzione che Gesù non assicura le visioni, (attenti alle visioni e ai visionari perché ce n’è una inflazione…): se vi capita di avere una visione misuratevi la pressione o prendete altri provvedimenti! Qui Gesù assicura che vedranno Dio, ma non nell’aldilà, perché nell’aldilà Dio lo vedranno tutti, anche le persone che non sono state pure di cuore. Gesù assicura una visione qui, su questa terra.

Il verbo greco vedere si scrive in 2 modi:
- uno indica la vista fisica
- e l’altro indica la percezione interiore, una profonda esperienza interiore.
Noi usiamo invece lo stesso verbo per dire 2 cose diverse:
1. - quando parlo con una persona e vedo che quello che le dico non lo capisce, le dico: “ma non vedi che…”;
2. - oppure, per richiamare l’attenzione, quante volte diciamo: “guarda che…;

L’evangelista non scrive che avranno delle visioni di Dio, ma Gesù assicura che chi fa la scelta della prima beatitudine sarà una persona limpida, trasparente, e Dio sarà trasparente per lui .

Questi si accorgerà della presenza di Dio nella sua esistenza come un padre tenero che si prende cura anche degli aspetti minimi, insignificanti della sua vita.
Le beatitudini sono strettamente collegate alla Risurrezione. Quando Gesù risuscita dice alle donne “andate a dire ai miei discepoli che se vogliono vedermi vadano in Galilea e là mi vedranno”. Gesù non si presenta, secondo Matteo, ai discepoli in Gerusalemme, ma li manda in Galilea. Essi vanno in Galilea e, scrive l’evangelista, vanno su il monte che Gesù aveva loro indicato. Ma Gesù non aveva indicato loro nessun monte… qual è allora questo monte? Le beatitudini.

E là lo videro. Cosa vuol dire l’evangelista? L’esperienza del Cristo risuscitato non è stato un privilegio concesso duemila anni fa ad un piccolo gruppo di persone ma una possibilità per i credenti di tutti i tempi. Allora il verbo “vedere” indica una profonda percezione della presenza di Dio nella propria esistenza.

Se è vero che noi siamo immersi nella presenza di Dio, perché non lo percepiamo? Per quale motivo? Vedete, se io vi dico che in questo momento, in questa sala, c’è una bellissima musica, non è che vaneggio… C’è una bellissima musica. Solo che per sentirla devo prendere una radio, accenderla e cercare una stazione e indubbiamente in questa sala sentiremo una bellissima musica. Qui in questa sala stanno attraversando le onde che portano la musica.

Anche noi siamo immersi nelle onde vitali dell’amore di Dio! Ma perché non se ne fa l’esperienza? Perché non abbiamo creduto al suo messaggio.

Gesù ci assicura: se voi scegliete questa prima beatitudine e diventate persone limpide, trasparenti, vi accorgerete quotidianamente della presenza di Dio anche negli aspetti minimi, insignificanti della vostra esistenza.

Un Dio di una tenerezza che tutto trasforma in bene, un Dio che si mette a vostro servizio, un Dio che sempre vi è accanto.
Matteo nel suo vangelo svilupperà -per mezzo del discorso di Gesù - la purezza di cuore dei cristiani in contrasto con le pratiche religiose farisaiche ( Cf. Mt 5,21ss) come quelle di fare le opere di pietà religiosa verso i bisognosi ( preghiera, elemosina, digiuno) per ottenere il plauso degli altri . E' ipocrisia , doppiezza , che fa astenere dalla Carità che invece mira a toglierli dal bisogno.".

7. Beati i costruttori di pace9 Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. pace ( shalom) significa : tranquillità esistenziale, diritto e giustizia, bene, benessere, prosperità, pienezza di vita, completezza della propria condizione , felicità, vita eterna, etc.

Sal 37,  11 I poveri invece avranno in eredità la terra e // godranno di una grande pace
1Macc 14, 8 In pace si diedero a coltivare la loro terra; il suolo dava i suoi prodotti e gli alberi della campagna i loro frutti. 9I vecchi sedevano nelle piazze, tutti deliberavano sugli interessi comuni, i giovani indossavano splendide vesti e armature di guerra. 10Alle città fornì vettovaglie, e le munì con mezzi di difesa; .... 11Fece regnare sul paese la pace e Israele gioì di grande letizia. 12Ognuno sedeva sotto la sua vite e sotto il suo fico e nessuno incuteva loro timore. . .14 ( Dio) Confortò tutti i derelitti nel suo popolo;


operare pace (shalom) nel mondo giudaico significava anche restituire, riportare a parità, riconciliare , risarcire , completare , portare a pienezza , creare comunione etc.

La parola ebraica “ pacificatori” significava soprattutto “coloro che compongono i dissidi”. La riconciliazione è un compito spesse volte raccomandato nei vangeli:

Mt 5,23-26 “Se presenti la tua offerta all’altare… và prima a riconciliarti”.
Nel contesto del discorso di Gesù , operare la pace non può che richiamare soprattutto la scelta della povertà , della purezza di cuore e della misericordia , cioè di operare la carità per la beatitudine di tutti.Gv 15,13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.

L'azione di Dio nella creazione e //nella storia è quella di portare la pace :
Lc 2,14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama»

e Gesù è il prototipo dell'operatore di pace :
Gv 14,27 Vi lascio la pace, vi do la mia pace.

La "ricompensa" per i pacificatori è di essere chiamati figli di Dio, cioè coloro che assomigliano a Gesù ( che DA' la Sua Pace // Carità) I discepoli che agiscono con lo stesso Spirito , assomigliano a Gesù e vengono riconosciuti da Dio come figli.
“Quelli che lavorano per la felicità degli altri sonofelici perché fanno lo stesso lavoro di Dio” Alberto Maggi- www.studibiblici.it . Dalla trascrizione di 2 conferenze non verificata dall'autore.

" La terza beatitudine: “Beati i costruttori di pace perché saranno chiamati figli di Dio”.

Pace è un termine riduttivo che non riesce a tradurre l’originale ebraico shalom che indica tutto quanto concorre alla felicità degli uomini. Quindi pace, ma anche salute, lavoro, questo comprende il termine pace.

Gesù dice: “Beati i pacificatori”, non i pacifici. Qual è la differenza? Il pacifico è una persone che per la propria tranquillità evita accuratamente ogni situazione di conflitto, il costruttore di pace è la persona che per la pace e la felicità degli altri è disposto a perdere anche la propria. Gesù proclama: “Quelli che lavorano per la felicità degli altri, sono felici perché fanno lo stesso lavoro di Dio”.

Dio è un padre e cosa desiderano i genitori per i propri figli se non la felicità? La massima aspirazione degli uomini è la felicità ed è anche la volontà di Dio. Dio vuole che gli uomini siano felici. E' la religione che presenta un Dio amante del sacrificio, del dolore, ma non Gesù. Il Padre di Gesù desidera che i suoi figli siano felici.

Figli di Dio nel mondo ebraico ha 2 significati:
1. il primo di assomigliante (figlio di Dio significa che assomiglia a Dio)
2. il secondo di protetto da Dio.

Ebbene Gesù assicura: quelli che costruiscono la pace, cioè quelli che lavorano per la felicità, per la dignità e la libertà degli uomini, beati perché prima di tutto assomigliano a Dio Figlio, nella mentalità orientale è colui che assomiglia al padre praticando un comportamento simile al suo. Se assomigliano a Dio significa che fanno lo stesso lavoro di Dio. Quelli che lavorano per la felicità Dio li riconosce come figli suoi.

Molte persone la parola “felicità” hanno paura di pronunciarla perché sembra che non sia possibile associata a Dio, tanto è vero che siamo tutti eredi della famosa “valle di lacrime”, la piscina spirituale dove le pie persone sguazzano piamente e devotamente.

Non è questo il messaggio di Gesù: egli ci invita alla pienezza della felicità qui, è possibile essere felici qui. Sottolineo questo perché nei contatti con le persone, per la deformazione spiritualizzante che c’è stata in passato, molte persone credono che essere felici, essere gratificati, non sia corrispondente alla volontà divina.

Sapete quante persone brave che fanno volontariato, che si dedicano agli altri, entrano in crisi perché dicono: “ma io però non faccio un sacrificio, lo faccio volentieri, mi fa piacere aiutare gli altri, sarà meritorio? Sarà valido?”

Io do sempre un consiglio: “mettiti un paio di scarpe più strette e così soffri e vedrai che la tua azione sarà meritoria….” Perché sembra che se uno non si sacrifica, se uno non soffre, questo non sia accetto agli occhi del Signore. La persona felice sembra che non sia in sintonia con Dio.

Basta guardare l’iconografia del passato, guardate i santi, che allegria che facce particolari che hanno! Avete mai visto un santo felice? Un santo sorridente è raro, sono sempre mesti.

E’ volontà di Dio che su questa terra si realizzi la felicità e Gesù ci chiede di collaborare alla creazione di Dio. Vedete, nella teologia giudaica si credeva e si insegnava che Dio aveva lavorato per 6 giorni e il settimo si era riposato, aveva creato il mondo, l’universo, poi gli uomini lo avevano guastato, ma Dio aveva lavorato.

Gesù non è d’accordo: quando gli rimproverano di non osservare il sabato, nel vangelo di Giovanni Gesù risponde: il Padre mio lavora e anche io lavoro, la creazione non è terminata.

La narrazione che troviamo nel libro del Genesi di quella armonia tra l’uomo e la donna, tra l’uomo e il creato, non è un rimpianto di un paradiso perduto, ma la profezia di un paradiso da realizzare. Quindi non c’è da rimpiangere un paradiso perduto, ma da rimboccarci le maniche per realizzare questo paradiso.

Ecco perchè Paolo nella lettera ai Romani ha un grido: “l’umanità, la creazione geme nell’attesa che diventiate figli di Dio”.

Questa è la volontà di Dio, che noi diventiamo collaboratori della sua creazione ; questo significa essere costruttori di pace. E poi beati perché avranno Dio dalla parte loro. Dio sta dalla parte non di chi toglie la felicità, ma di chi la costruisce, non di chi toglie la dignità, ma di chi restituisce la dignità agli uomini, cioè Gesù ci invita a collaborare alla creazione.

Vedete c’è un’espressione nel NT che però con il nostro limite traduciamo tutto con la nostra mentalità occidentale e non secondo i criteri orientali. Quando Paolo, o anche in altri passi si parla che noi siamo stati scelti per essere figli adottivi di Dio, noi abbiamo la nostra immagine occidentale in cui l’adozione è quel un gesto d’amore con il quale si prende un bambino nel seno di una famiglia; ma il significato teologico di essere figli di Dio, figli adottivi di Dio è molto più ricco.

A quell’epoca si usava così: quando un re o un imperatore vedeva la sua vita ormai alla fine, non lasciava il suo regno il suo impero ad un figlio suo naturale, ma sceglieva tra i propri generali, tra i propri ufficiali la persona che gli sembrava più adatta, la più capace di continuare come lui il suo impero, e lo adottava come figlio. È questa l’adozione a figli, cioè un Dio talmente innamorato degli uomini, un Dio che ha talmente stima di noi che ci chiede di essere suoi figli adottivi, cioè di collaborare con Lui e come Lui alla creazione del mondo ( Nuovo) , a costruire la pace. È inevitabile che per costruire la pace, bisogna toglierla a quelli che sono i nemici della pace, quando si lavora per favorire la vita degli oppressi, bisogna disturbare un po’ la vita degli oppressori.

I collaboratori di Gesù che accolgono la sua pace la vivono nella loro comunità . Così come Gesù vivendo la pace che condivide con il Padre ha dato fastidio a tutti i poteri , oppositori del disegno di Dio, la sua chiesa , vivendo la pace che ha ricevuto e condivide con Lui , non può che dar fastidio agli stessi poteri.

Lc 12,49Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! 50Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! 51 Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. 52D'ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; 53 si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

L'operosità della chiesa per la pace pone tutti di fronte alla scelta : aderire a quest'opera o autodeterminarsi secondo le proprie credenze-convenienze.

Gv1, 11Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. 12A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio : a quelli che credono nel suo nome, 13i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.

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