Corso di Religione

         


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La società' occidentale segnata dal cristianesimo Il movimento creato da Gesù di Nazareth nato quasi venti secoli fa  in Palestina, ai confini orientali dell'impero romano, ha superato i 2 miliardi di fedeli , di cui più della metà cattolici e l'altra parte ortodossi, protestanti, anglicani, etc.

La maggior parte di essi risiede in Europa e nelle due Americhe.

Per i primi millecinquecento anni il cristianesimo è stato un fenomeno quasi esclusivamente occidentale, e più precisamente europeo . L'Europa è stata il luogo geografico di maggior espansione cristiana.

Il cristianesimo ,
non si è rinchiuso nella nativa cultura giudaica, ma si è rapidamente esteso all'area mediterranea, infiltrandosi in quella greca e romana;
ha resistito, in clandestinità, a due secoli di persecuzioni
ha ereditato, dopo la svolta costantiniana, buona parte degli  ordinamenti e delle strutture di governo del decaduto impero romano;
si è guadagnate, evangelizzandole, le culture germaniche e slave.
ha ispirato e orientato per secoli la politica, il diritto,l'economia, l'arte, il costume morale della società civile medioevale europea (il cosidetto  "modello della cristianità");
ha innalzato cattedrali e monasteri e riempito biblioteche teologiche come segni visibili della religiosità, ma ha anche mosso "il sociale" coltivando terre, sfamando generazioni di poveri, aprendo ospedali, scuole e università.
  ..........
Tra società europeea e comunità cristiane è avvenuto un duplice e reciproco influsso :

- da una parte, le varie società civili originarie del continente (dai greci ai romani, dai germanici agli slavi) hanno influito sul cristianesimo, specialmente nella sua fase nascente, conferendogli determinate caratteristiche tipicamente occidentali tuttora ben individuabili;

- dall'altra, il cristianesimo, con il suo messaggio morale e la sua azione sociale, ha a sua volta influito lungamente su tutte le espressioni della cultura europea (la politica, l'economia, il diritto, l'arte, i costumi morali, ecc.), fino a dar luogo, nel millennio medioevale, alla cosiddetta  - societas christiana.
Ma il cristianesimo non è (solo) "religione"
Anzi -propriamente- non è una religione: è la fine - il punto di arrivo- di tutte le religioni. Cio' che è rilevante nella storia  è l'evento "GESU'" : l'uomoDIO , l'UOMO "secondo il Progetto creativo di DIO" , UOMO COMPIUTO  e DEFINITIVO , compimento dell'Opera Divina della Creazione . L''incontro con GESU' , risorto e VIVO,   produce in coloro che credono alle sue Parole ( FEDE) e accolgono la sua VITA immortale   , una Nuova Nascita della persona : l'Uomo Nuovo promesso dai profeti . I dati dei primi 3 secoli ci dicono che le chiese cristiane erano comunità di FEDE con espressioni religiose , prima legate al giudaismo poi nuove e proprie.

Sotto la minaccia continua di persecuzioni ad opera sia delle sinagoghe  che delle autorità romane  il cristianesimo primitivo - soprattutto quello latino ma non solo - si   autocomprende come " religione" . Una generazione dopo l'altra le comunità cristiane  hanno costruito molteplici " religioni cristiane " .

Le comunità - Chiese cristiane hanno così contribuito a trasformare le società in cui sono nate e si sono sviluppate.

Hanno influito su:

- i rapporti civili e familiari
,
- i modi di produzione e distribuzione dei beni,
- l'esercizio delle professioni,
- l'arte di costruire una città e di governarla,
- il modo di concepire il tempo
- etc.
Il cristianesimo latino è diventato religione legale con Costantino e religione dell'Impero al tempo di Teodosio. Si è così potuta diffondere nell'Impero e oltre l'Impero romano. Alla sua caduta ne raccoglie i valori positivi .

Nonostante le resistenze delle "culture pagane barbare" con le quali entra via via in contatto, evangelizza i loro costumi sociali grazie alla novità morale di alcuni atteggiamenti, fondamentali quali :

il rispetto dell'essere umano, considerato unico e singolare
la valorizzazione della donna e l'educazione del bambino
il recupero del minorato e il perdono del peccatore;
l'impegno storico in vista di una mèta al di là del tempo
l'osservanza della legge non per timore ma per amore;
il possesso dei beni materiali non come fine ma come mezzo
l'uso di segni visibili (sacramenti, arte, riti) per significare realtà trascendenti ma senza culto idolatrico.
Questi e altri valori seminati dal cristianesimo nella società europea hanno fatto parlare di "radici cristiane" dell'Europa.  Insieme al cristianesimo si sono depositate nelle culture occidentali  altri influssi determinanti: quello biblico-ebraico , quello del pensiero greco , quello del diritto romano e più tardi dell'Islam.

In seguito, con l'amalgama delle popolazioni latine con i "barbari" venuti dal nord-est e con la fondazione del Sacro Romano Impero, anche la cultura germanica darà il suo forte coi tributo a configurare l'identità dell'Europa.
Si può affermare che la prima sintesi tra ebraismo, ellenismo, romanità e germanesimo è avvenuta sostanzialmente in Italia anche perché, l'Italia è stata evangelizzata non mediante conversioni collettive di popoli al seguito del loro re, com'è a volte avvenuto tra gli anglosassoni e gli slavi, ma pezzo per pezzo, città per città, attraverso un'azione capillare su singoli individui e singole famiglie.L' Europa e la sua cultura è stata costruita con la forza dello Spirito cristiano che ha introdotto i valori che hanno portato ad essere la civiltà europea una civiltà sempre più umana .  Negare questo sarebbe negare la Storia d'Europa. Valori cristiani e princìpi .L'etica in occidente. Le "ragioni per agire"[Card. Carlo Caffarra- Arcivescovo di Bologna [Roma - discorso a Palazzo Colonna: 26-05-09]

" ...Certamente parliamo dell’agire umano, di ciò che dipende dall’esercizio della propria libertà: le nostre scelte. È di questo che noi parliamo quando parliamo di etica.

Poiché la scelta per sua stessa natura presuppone ed implica un giudizio in base al quale la scelta è di A piuttosto che di B, non possiamo non porci la domanda in base a quali criteri il giudizio di scelta è compiuto.

Queste elementari osservazioni bastano alla formulazione di una domanda di fondo circa la libertà e la sua capacità di scelta: esistono criteri di giudizio, e quindi ragioni per compiere la scelta di A e non di B, validi non solo per chi sta scegliendo ma per ogni persona ragionevole?
Le ragioni per agire Non sarà inutile prima di dare risposta a questa domanda, dire quali proprietà dovrebbero avere queste “ragioni per agire”, se esistono . Mi sembra che siano almeno cinque.

(1) Sono ragioni che valgono prima di ogni interesse, desiderio, preferenza: valgono per se stesse
(2) Sono ragioni che valgono non perché e non in quanto progettano corsi di azione ritenute capaci di soddisfare i propri desideri. 
(3) Sono ragioni che devono essere condivise da ogni persona ragionevole: sono proprie di ciascuno e di tutti. 
(4) Sono ragioni che possono chiedere di regolare i propri interessi, desideri, preferenze anche rinunciandovi. 
(5) Sono ragioni che esigono un rispetto incondizionato da parte della libertà, non ammettendo di essere mai violate adducendo come motivo della violazione il proprio interesse, il proprio desiderio, le proprie preferenze o quelle del gruppo sociale cui si appartiene.

L’ipotesi dell’esistenza di tali ragioni ci aiuta comunque ad avere un’intelligenza più profonda dell’homo agens, della persona che agisce.È un fatto immediato dell’esperienza che ciascuno ha di se stesso quando agisce, l’essere inclinato verso uno scopo da raggiungere con la sua scelta.

Chi agisce cioè, agisce sempre per un fine. La forza motiva di ciò che spinge ad agire è che esso, il fine, è ritenuto capace di soddisfare i nostri “desideri”. Ogni fine propostoci ha sempre carattere di bene: è capace di [è ritenuto capace di] rispondere al nostro desiderio e di acquietare il nostro movimento od inclinazione.

Tenendo conto di questi dati elementari, dobbiamo chiederci: la logica, il logos intimo delle inclinazioni dell’uomo [per esempio l’inclinazione sessuale; l’inclinazione a vivere in società],  è un egoismo radicale? Le inclinazioni sono orientate esclusivamente alla soddisfazione del proprio bene individuale?

Hanno in sé solo una logica utilitaristica?
Oppure abita dentro alle naturali inclinazioni umane una vocazione ad essere regolate da una ragionevolezza che vi introduca una forma di bontà che non coincide coll’utilità propria? In breve: esistono solo “beni per me” oppure esistono “beni in sé e per sé”?..."

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RADICI CRISTIANE - PRINCIPI NON NEGOZIABILI  

SOMMARIO

1- RADICI CRISTIANE DELL'EUROPA
2- VALORI CRISTIANI E PRINCIPI NON NEGOZIABILI
3- LA CARITA' - EVANGELIZZAZIONE DEL MONDO
4- CARITA' E LIBERTA'
5- LA PACE CRISTIANA
6- L'ORDINE DEL MONDO CHE REALIZZA LA FELICITA' UNIVERSALE
7- PACE E RELIGIONI
8- L'AZIONE STORICA DEL CRISTIANESIMO I
9- L'AZIONE STORICA DEL CRISTIANESIMO II
10-L'AZIONE STORICA DEL CRISTIANESIMO III
11- IL LAVORO DELL'UOMO
12- CRISTIANESIMO ED EUROPA - SAN BENEDETTO

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